Stock out significato
Con stock out, si intende l’esaurimento di un determinato articolo in magazzino o nel punto vendita, in genere in seguito a una cattiva gestione delle scorte.
Prima di analizzare problematiche derivanti dalla mancanza di un prodotto a magazzino e delle modalità attraverso cui è possibile prevenirla o addirittura ottimizzarla, cerchiamo di fissare i concetti base che permetteranno di comprendere meglio le implicazioni all’interno di un’azienda manifatturiera.
Lo stock, traducibile in italiano come “giacenza” o “scorta”, rappresenta la quantità di beni o materiali che un’azienda ha disponibile in magazzino, in un determinato momento, pronta per essere utilizzata o venduta. In genere si parla di stock facendo riferimento a merce e/o prodotti disponibili nei magazzini di grossisti e/o punti vendita.
Risulta abbastanza intuitivo quanto sia fondamentale che ci sia sempre la giusta quantità di merce in magazzino, poiché un adeguato livello di giacenza consente alle aziende di soddisfare la domanda dei clienti in modo tempestivo e di evitare la carenza di prodotti. Quest’ultima, infatti, obbligherebbe l’acquirente a rivolgersi ad aziende concorrenti pur di veder soddisfatta la propria esigenza nei confronti della richiesta del mercato. D’altro canto, un eccesso di giacenza può causare problemi finanziari, poiché i beni non venduti occupano spazio prezioso e possono diventare obsoleti con il tempo, riducendo il loro valore.
La gestione dello stock
La gestione dello stock è un aspetto molto importante della gestione aziendale, poiché può avere un impatto significativo sull’efficienza operativa, sui costi e sulla capacità di soddisfare la domanda dei clienti. Le giacenze – come detto – rappresentano un costo per l’azienda, pertanto se non si garantisce un’adeguata rotazione di magazzino questi costi possono diventare eccessivamente elevati e portare a delle perdite.
Per gestire efficacemente lo stock, le aziende hanno a disposizione diverse tecniche, tra le quali:
- la previsione della domanda, fondamentale per stabilire quanti prodotti saranno necessari per soddisfare la domanda futura (potenziale) dei consumatori;
- la programmazione della produzione, per programmare la produzione in modo da soddisfare le esigenze della domanda prevista;
- il controllo degli acquisti, finalizzato a gestire gli acquisti in modo da evitare eccessi o carenze di giacenza;
- la logica del just in time, che consiste in una tecnica di gestione della produzione che mira a ridurre i tempi di ciclo e i costi di magazzino attraverso l’acquisto e la produzione solo di quantità sufficienti per soddisfare la domanda immediata;
- l’utilizzo di software in grado di monitorare, gestire e generare report e statistiche sullo stato del magazzino.
Indice di rotazione dello stock
Abbiamo parlato di “garantire un’adeguata rotazione di magazzino”; cosa significa? Per gestire efficacemente lo stock si utilizza l’indice di rotazione delle giacenze (noto anche come turnover delle giacenze o tasso di rotazione delle giacenze), un indicatore che misura la velocità con cui un’azienda vende e rimpiazza le sue giacenze. Questo indicatore è espresso come rapporto tra il costo delle vendite e il valore medio delle giacenze per un periodo di tempo specifico, in genere rapportato a un anno:
Indice di rotazione dello stock = Costo delle vendite / Valore medio delle giacenze.
Si tratta di un indicatore molto importante che fornisce al management una visione dell’andamento delle risorse; serve infatti a verificare il numero di volte in cui si è rinnovato completamente un determinato prodotto in un arco specifico di tempo (un anno – come detto – ma può riguardare un mese, un trimestre, o qualunque altro intervallo di tempo significativo per l’azienda).
Se l’indice di rotazione dello stock è pari a 10, significa che le merci sono state vendute e rimpiazzate 10 volte durante l’intervallo temporale prescelto; se risulta pari a 1 significa che vendita e rimpiazzo sono avvenuti una sola volta nello stesso intervallo. Intuitivo comprendere che un aumento del valore dell’indice è un dato positivo perché significa che le merci non sostano in magazzino per tanto tempo ma producono un valore continuo. Le merci che restano immobili in magazzino, infatti, rappresentano un costo per l’azienda; quindi maggiore è l’indice, minori sono i costi delle giacenze.
Occorre considerare, comunque, che l’indice di rotazione tende a variare in base al settore e alla natura dell’attività aziendale. Per esempio, un’azienda di vendita al dettaglio potrebbe avere un indice più alto rispetto a un’azienda di produzione. In generale, questo indice è un indicatore importante per la valutazione dell’efficienza operativa di un’azienda e per la gestione dello stock. Le aziende, quindi, dovrebbero monitorarlo regolarmente e utilizzare i dati per migliorare la propria efficienza.
Ottimizzare la gestione delle scorte
Ottimizzare la gestione del magazzino significa anche ridurre al minimo il rischio di trovarsi out of stock. Tra i costi che gravano sull’azienda nell’ambito delle scorte di magazzino, infatti, non compaiono solo le giacenze dell’invenduto o del non lavorato. Esiste anche un costo virtuale legato al mancato guadagno per mancanza di prodotto. Lo stock in magazzino non soddisfa la domanda: è lo stock-out per definizione.
Il persistere di un costo di stock-out consistente, può portare l’azienda al fallimento. Per tale motivo, una gestione del magazzino oculata prevede alcune scorte di sicurezza, anche dette safety stock o buffer stock, che servono a tamponare i periodici stock-out ai quali un’azienda può andare incontro.
Come in un sistema che funziona alla perfezione, il safety stock, per essere una valida soluzione allo stock-out, deve tener conto anche della shelf life (letteralmente la “vita a scaffale”), vale a dire, della durata di vita di un prodotto (quanto un prodotto può rimanere immagazzinato prima dell’uso) che varia a seconda della tipologia produttiva.
Poter tenere d’occhio con precisione tutti questi aspetti della vita del magazzino è un vantaggio strategico di notevole rilievo. Spesso le aziende ricorrono a sistemi di logistica integrata per poter contare su un ciclo approvvigionamento-produzione-distribuzione organico, coerente e ottimizzato, allontanandosi così dal rischio di stock-out.
La rottura dello stock
Torniamo alle nostre considerazioni iniziali. Lo stock-out (rottura di stock) si riferisce – quindi – alla situazione in cui un’azienda ha terminato le scorte di un determinato prodotto e non riesce a soddisfare la domanda dei clienti.
Ci sono diversi motivi per i quali potrebbe verificarsi questa rottura, tra cui una previsione della domanda errata, problemi con i fornitori o problemi con la logistica.
Per prevenire l’eventualità di rotture di stock, le aziende devono adottare un approccio orientato a monitorare e gestire adeguatamente l’inventario e il magazzino, come quelle di cui abbiamo parlato in precedenza.
Indice di rottura di stock
Anche in questo caso si fa riferimento ad un particolare indice dipendente dalle modalità di gestione in atto e caratterizzante la “bontà” di tali strumenti. L’indice di rottura di stock (stock-out rate) è un indicatore che misura la frequenza con cui un’azienda non ha abbastanza scorte di un determinato prodotto per soddisfare la domanda dei clienti. Questo indice (una percentuale) rappresenta uno dei kpi di magazzino fondamentali:
indice di rottura di stock = ordini non consegnati / ordini totali x 100.
Il valore che si ottiene indica la frequenza con cui un’azienda non è stata in grado di consegnare un ordine a causa di una mancanza di scorte. Per esempio, se l’indice di rottura di stock è del 5%, significa che l’azienda non è stata in grado di consegnare il 5% degli ordini effettuati dai clienti
L’indice di rottura di stock è un indicatore importante perché può aiutare le aziende a valutare la loro capacità di soddisfare la domanda dei clienti e a identificare i problemi di gestione delle giacenze.
Un alto indice di rottura di stock può indicare che l’azienda ha bisogno di migliorare la sua capacità di previsione della domanda, la gestione degli ordini o la gestione dei fornitori, mettendo in pratica azioni più efficienti di gestione dello stock.
Scorte di sicurezza, safety stock, buffer stock
Comunque la si indichi, rappresenta una quantità supplementare di scorte che un’azienda mantiene per far fronte a eventuali imprevisti o aumenti della domanda. Queste scorte supplementari vengono mantenute per garantire che l’azienda possa continuare a soddisfare la domanda dei clienti in particolari situazioni.
Il sistema di buffer stock può essere utilizzato come una strategia per stabilizzare i prezzi; nello specifico, le merci vengono acquistate quando esiste un surplus nell’economia, immagazzinate e quindi vendute quando si verificano carenze nel mercato.
Ci sono diversi motivi per cui un’azienda potrebbe mantenere un buffer stock. Per esempio, può essere utilizzato per garantire la continuità delle operazioni in caso di problemi con i fornitori, per garantire che i clienti ricevano i prodotti in tempo o per evitare la rottura di stock.
Il livello di buffer stock dipende dalle esigenze specifiche dell’azienda e può variare in base al prodotto o al settore. In linea generale, un’azienda dovrebbe cercare di mantenere un livello di buffer stock sufficiente per far fronte a eventuali imprevisti, ma non così alto da causare un eccessivo accumulo di scorte e quindi un aumento dei costi.