Controllo Qualità

Cos’è il Controllo Qualità

La definizione più diffusa e più generica caratterizza il controllo qualità come l’attività parte della gestione della qualità mirata a soddisfare i requisiti per la qualità. Si tratta, però, di una definizione che non aiuta a definire i contorni e le implicazioni. Scendendo un po’ più nello specifico, possiamo dire che si riferisce alle varie fasi di ispezioni, test e verifiche atte a determinare il soddisfacimento dei requisiti richiesti per soddisfare la domanda da parte del mercato sia che si tratti di prodotti, che di servizi forniti dall’azienda, ma con implicazioni anche sui singoli processi da svolgere per realizzarli.

A cosa serve il Controllo Qualità?

Il controllo qualità di un’azienda rappresenta un momento imprescindibile e indispensabile per prevenire qualsiasi tipo di problema che si potrebbe presentare sul prodotto finito, ma anche nella gestione dei rapporti con i fornitori, chiamati a garantire lo standard qualitativo richiesto per la fornitura di prodotti che incontrino la soddisfazione del cliente. Interviene in diverse fasi: in quella preliminare, nel processo produttivo vero e proprio, e ovviamente nella fase di collaudo finale.

Come si effettua il Controllo Qualità

Dopo aver chiarito che il controllo qualità è l’insieme delle azioni volte a individuare e monitorare gli standard qualitativi dei prodotti realizzati, cerchiamo di capire come questo risultato può essere ottenuto. Ancora una volta, da un punto di vista generico possiamo dire che, per assicurare la conformità ai requisiti richiesti, il reparto – o il tecnico – addetto al controllo di qualità effettua test e ispezioni sistematiche sulle materie prime, sui processi produttivi e sui prodotti in uscita, avvalendosi anche di specifici strumenti o macchinari.

Il processo di controllo qualità si divide generalmente in tre passaggi:

  • Protezione del cliente, forse la fase più importante, ossia l’insieme delle verifiche volte a individuare il prodotto difettoso e a impedirne la commercializzazione;
  • Ricerca della causa del problema, ossia l’insieme delle analisi volte a individuare, comprendere e segnalare i motivi che hanno reso il prodotto non idoneo;
  • Risoluzione del problema, ossia l’insieme delle strategie e azioni correttive messe in atto per prevenire il ripresentarsi del problema.

L’insieme delle risorse e delle attività impiegate per garantire il raggiungimento degli standard qualitativi prefissati dall’azienda, costituisce il cosiddetto Sistema di Gestione della Qualità. Sempre più aziende investono in un Sistema di Gestione della Qualità certificato (le famose certificazioni ISO 9000), che possa attestare la reale efficienza dei processi interni e fungere come garanzia di soddisfazione per i clienti. Fondamentale è senza dubbio il confronto continuo tra management e produzione: le informazioni devono fluire agevolmente e in tempo reale tra i diversi reparti dell’azienda.

Cos’è un sistema di Gestione della Qualità

Un Sistema di Gestione della Qualità è l’insieme di tutte le attività collegate e interdipendenti che influenzano la Qualità di un prodotto o di un servizio. Attraverso l’implementazione di un sistema di gestione della qualità è possibile documentare i processi, le procedure ISO 9001 e le responsabilità per il raggiungimento delle politiche e degli obiettivi di qualità.

Il sistema di gestione della qualità definisce, tra le altre cose, come un’organizzazione progetterà, realizzerà e consegnerà ai clienti i suoi prodotti o i suoi servizi.

Sono molteplici, e qui ne riporteremo solo alcuni, gli elementi che contribuiscono a formare un Sistema di Gestione della Qualità:

la politica e gli obiettivi di qualità a livello aziendale sono i principali, ma anche la struttura e le risorse, processi e procedure ben definite con responsabilità ben chiare, l’insieme di documentazione e dati e così via.

Un sistema qualità efficace tradurrà lo scopo e gli obiettivi di un’organizzazione nelle necessarie politiche e risorse necessarie perché l’intera azienda lavori secondo procedure standard stabilite.

Che cosa fa l’addetto ai Controllo di Qualità?

Nell’immaginario comune, il tecnico di controllo qualità è l’addetto che fissa attentamente i prodotti che scorrono sul rullo per verificare che non abbiano difetti. In realtà, il controllo della qualità è un processo complesso e strettamente dipendente dalle precedenti fasi di acquisto e produzione.

Il reparto addetto al controllo di qualità è di fatto il collante tra i vari dipartimenti di un’azienda. All’addetto al controllo qualità spetta infatti il compito di monitorare tutto il processo produttivo, attraverso un continuo confronto con gli altri reparti aziendali e un’attenta disamina del prodotto finito.

In particolare, tra i numerosi compiti dell’addetto al controllo qualità rientrano:

  • Il controllo dei materiali in ingresso e del prodotto finito;
  • Il monitoraggio della qualità dell’intero processo produttivo;
  • La predisposizione di schede tecniche, documentazioni e campioni di materiale da sottoporre a test di valutazione;
  • L’analisi dei dati relativi alle problematiche qualitative riscontrate e l’organizzazione di interventi migliorativi;
  • L’aggiornamento costante delle proprie conoscenze e competenze a livello tecnico, di procedure e di norme.

Tutte le attività di monitoraggio e controllo qualità, come sappiamo bene in sedApta, devono essere svolte anche in funzione dalle scelte di tracciabilità, sicurezza e impatto aziendale effettuate dell’azienda. Scelte che nella maggior parte dei casi sono documentate da apposite certificazioni aggiuntive.

Il fine giustifica i costi?

Una ricerca statunitense partita nel 1972 e ancora in corso (“Profict Impact Of Market Strategy”), ha rilevato quali sono i vantaggi concreti (che si traducono in migliore reddittività) per le aziende che lavorano in qualità: hanno una migliore retention dei propri clienti (risultato essenziale in un mercato guidato dalla domanda e sottoposto ad una forte pressione concorrenziale), hanno la possibilità di fare acquisti in maniera ripetitiva, quindi prevedibile, pianificabile e controllabile e quindi meno vulnerabili nella guerra dei prezzi, possono investire meglio nel marketing (la qualità che esprimono è spesso sufficiente e parla per loro).

In conclusione è necessario non dimenticare che i costi sostenuti nel correggere un errore in una fase avanzata del processo (ritirando ad esempio una vettura o uno smartphone difettosi dal mercato, o peggio ancora un prodotto chimico farmaceutico tossico) sono incomparabilmente più alti di quelli sostenuti nel prevenire tali errori. L’espressione “il costo della qualità” è di per sé ingannevole, perché la qualità genera risparmio e introiti per un’azienda.

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